Cave di Bauxite

I giacimenti di Bauxite di Spinazzola

“Storie dal Pianeta Marte”

Ubicazione e territorio: da Spinazzola prendere la SP 230 e proseguire fino alla SP 138, in direzione Andria. A circa 4 km dallo svincolo, imboccare la strada sterrata che si apre sul lato destro della carreggiata e proseguire fino alle cave, che si trovano subito dopo il bosco…

Cave Bauxite di Spinazzola

Sull’altopiano Murgiano in agro di Spinazzola e in area vincolata a Parco Nazionale dell’Alta Murgia, trovano ubicazione una serie di cave a cielo aperto, oggi dismesse, in cui dalla prima metà del 1900 e per 30 anni circa, è stata estratta l’Allumina. Il territorio in cui si allocano, cioè le murge alte, è costituito, dal punto di vista geologico, da un’ossatura calcareo-dolomitica, spessa alcune migliaia di metri, coperta a zone da sedimenti relativamente recenti di natura calcarenitica, sabbiosa o detritico-alluvionale. Morfologicamente il territorio si delinea in una struttura “a gradinata”, degradante in modo rapido ad ovest, verso la depressione del Fiume Bradano, la cosiddetta “Fossa” e più debolmente verso est, fino a raccordarsi mediante una successione di spianate e gradinate al mare Adriatico. 

La morfologia del territorio indica che un tempo lo stesso era solcato da corsi d’acqua (le lame ne sono un caratteristico esempio), ove il configurarsi dei versanti, con roccia affiorante a fondo piatto, spesso coperto da detriti fini alluvionali, ha reso evidenti le famose “terre rosse”. 

Archivio di Manlio Porcelli (CARS Altamura)

Storia di una intuizione: Estratti da: Centro Altamurano Ricerche Speleologiche “Manlio Porcelli” Anno 2006 n. 1-

Le cave di bauxite di Spinazzola, le cosiddette Terre Rosse, si devono alla scoperta, fortuita, di un giacimento di bauxite in territorio di Spinazzola, avvenuto nel 1935. Il Geom. Luca Nanna e il Rag. Paolo Cappiello in sopralluogo su quel territorio, notarono alcune pietre di colore rossastro che avevano un peso superiore al normale. Il Geom. Nanna, grazie alle sue conoscenze, intuì che tali rocce avrebbero potuto contenere una percentuale rilevante di materiale da cui sarebbe stato possibile estrarre l’alluminio. Alcuni campioni furono inviati a Genova dove vennero analizzati da un laboratorio specializzato in analisi minerarie, dalle quali risultò che effettivamente contenevano un quantitativo rilevante di alluminio. Pertanto fu chiesto al Ministero dell’Industria e del Commercio un permesso di ricerca per la concessione di sfruttamento dell’area interessata che fu denominata “Il Cavone”, come ancor’oggi è conosciuta la zona. Ottenuto il permesso di ricerca, furono contattate le aziende interessate allo sfruttamento minerario. Il permesso di ricerca e di sfruttamento minerario fu trasferito alla Società ”S.A.V.A.” con decreto del Ministero dell’Industria del 20 giugno 1949.

Archivio di Manlio Porcelli (CARS Altamura)

La “S.A.V.A.” a seguito della cessione di sfruttamento, ha proceduto dal 1950 al 1978 all’estrazione, del minerale. La modalità di estrazione, consisteva nel delimitare in superficie la sacca ricca di bauxite. Si scavava quindi “ad imbuto” lasciando un canale che partiva dal fondo ed arrivava fino alla superficie, al fine di consentire il trasporto del materiale estratto, che veniva portato dal fondo dell’area estrattiva all’esterno, utilizzando dei carrelli spinti a mano che scorrevano su rotaie. La materia prima da cui si ricava l’alluminio (metallo il cui utilizzo è ancor’oggi largamente diffuso nella vita quotidiana), veniva quindi successivamente trasferita su autocarri per poi essere trasportata nel porto di Trani dove veniva imbarcata su mezzi navali, diretti agli stabilimenti “S.A.V.A.” con sede a Porto Marghera (VE), luogo in cui avveniva la trasformazione dell’allumìna.  

Archivio di Manlio Porcelli (CARS Altamura)

Il giacimento di Spinazzola è stato per molto tempo il più importante d’Italia, e lo sfruttamento della cava è durato circa trenta anni, fino al 1978. Nei primi anni ‘80 l’estrazione della bauxite pugliese è andata in disuso per il sopraggiungere di materiale di provenienza africana, di gran lunga più puro, ed ottenibile a costi largamente inferiori. La composizione delle rocce della cava di Spinazzola si aggira intorno al 70-75 % di idrossido di alluminio. La formazione della bauxite origina dall’alterazione delle rocce calcaree ad opera degli agenti atmosferici. Le acque meteoriche, ricche di anidride carbonica, dissolvono il carbonato di calcio di cui si compongono le rocce calcaree. I minerali residuali, ossidi ed idrossidi di ferro ed alluminio, vengono trasportati dalle stesse acque meteoriche nelle depressioni del terreno, dove si accumulano, dando origine nel corso dei secoli ad ammassi di minerale, generando così i giacimenti. La formazione delle cave di bauxite di Spinazzola risale ad un periodo antichissimo, quando nel periodo del Cretaceo, le Murge si trovavano in un clima tropicale umido e quindi con alta precipitazione piovosa. 

L’aspetto della bauxite può variare in diverse tonalità di colore: le bauxiti bianche servono per la preparazione di sali d’alluminio impiegati, per le loro proprietà battericide, nella composizione di alcuni saponi detergenti. Quelle ricche di Silice (SiO2)   e povere di Ossido di Alluminio (Al2O3) vengono invece utilizzate in edilizia, come materiale refrattario. Le bauxiti rosse contenenti molto Ossido di Ferro (Fe2O3), sono utilizzate per la lavorazione dell’allumìna, dalla quale si ottiene l’alluminio. 

Cave Bauxite di Spinazzola

Attualmente le vecchie cave di bauxite, con il loro colore rossastro, sono in gran parte integrate nel paesaggio dell’Alta Murgia, quale traccia dell’operosità di imprenditori e lavoratori pugliesi che vi hanno lasciato un segno significativo del rinnovamento industriale di questa parte del nostro paese. 

La zona delle cave non lascia indifferenti coloro che l’attraversano, catturando l’attenzione con i suoi colori rossastri e verdi, con le loro forme, e la magica atmosfera surreale. (AR)

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